Intervista alla D.ssa Camilla Gossetti, Psicologa e Psicoterapeuta, Coordinatrice di Casa Luciana.
Che tipo di donne sono quelle che vengono ospitate a Casa Luciana?
In genere sono donne che hanno subito una violenza intra-familiare, oppure una separazione o un divorzio traumatico, il tutto però inserito in uno status sociale caratterizzato da scarse risorse o da condizioni socio economiche deprivate. Quindi sono donne che si trovano sole, senza mezzi economici e senza l’aiuto della rete sociale. Oppure provengono da una cultura in cui la donna non ha l’abitudine di autodeterminarsi e decidere per se e per i figli e quindi una volta “sola” è totalmente persa di fronte a problemi quotidiani: come ad esempio la gestione dei figli a scuola, le vaccinazioni obbligatorie, la ricerca di un lavoro, ecc.Attualmente Casa Luciana accoglie delle straniere, mentre quando era Casa Famiglia vi erano all’incirca metà italiane e metà straniere.Solitamente una mamma italiana di fronte ad una separazione o ad un divorzio difficili ha maggiori risorse per reagire, in quanto può appoggiarsi alla cerchia sociale (e quindi difficilmente arriva in una Casa Famiglia). Per una straniera è spesso molto diverso: la situazione è più’ pesante in quanto non può contare su di un sostegno sociale e la famiglia di origine è il più’ delle volte lontana.Oggi, comunque il disagio è transculturale: non fa parte esclusivamente del fenomeno dell’immigrazione o di una etnia specifica e si ritrova sia tra le italiane che tra le straniere: certo per le straniere i problemi, il disagio e le difficoltà sono acuite.
Ma quale è l’atteggiamento psicologico di queste donne quando entrano in una Casa di semiautonomia?
Ma le mamme ospiti contribuiscono in qualche modo a Casa Luciana?
Ogni gruppo familiare, indipendentemente dal numero dei figli o se si tratti semplicemente di una gestante, deve dare un contributo di 200 euro al mese. Per una città come Roma, rispetto agli affitti correnti, è un contributo molto basso, ma sufficiente per creare una differenza tra la Casa Famiglia – dove non si paga nulla -ed il futuro affitto che ognuna di queste mamme andrà a pagare quando lascerà Casa Luciana e sarà completamente autonoma. E’ una cifra che ha un effetto psicologico e non da imprevisti, in quanto rimane costante, indipendentemente dal consumo di elettricità o di acqua. Questo se da un lato è positivo, dall’altro è negativo a livello educativo, in quanto in futuro le mamme si troveranno a dovere gestire i propri consumi e quindi i livelli delle relative bollette. Ma abbiamo voluto aiutarle lasciando fisso questo contributo. Qualora invece i nuclei dovessero rovinare degli arredi, o gli spazi comuni per incuria o per disattenzione, sarà loro onere doverli ripagare.La spesa alimentare è a carico delle mamme, però noi collaboriamo nella logistica e nel trasporto grazie anche al sostegno di 2 volontarie, che si occupano soprattutto di seguire i bambini nel fare i compiti.Io, personalmente, sono a Casa Luciana nel tardo pomeriggio, in quanto queste donne lavorano e tornano tardi a casa, per cui per poterle sostenere in tutte le loro esigenze devo fare coincidere il mio orario lavorativo con quello del loro riposo! Spesso, come casa di semiautonomia, siamo un tramite dei Servizi Sociali. Va specificato, infatti, che in una Casa di semiautonomia – come la nostra – non si accede necessariamente solo con i Servizi Sociali, ma è comunque fondamentale mantenere un contatto con loro, perché quando le mamme lasceranno Casa Luciana, il sostegno del Servizio Sociale deve rimanere.